Quello della manipolazione vertebrale è un vero e proprio gesto terapeutico, che viene messo in pratica nel caso di una sintomatologia dolorosa relativamente alla colonna vertebrale. Il riferimento è per esempio a cervicalgie o lombalgie ma anche a sciatalgie di origine toracica.
La manipolazione non è altro che un movimento passivo rivolto a un’articolazione con scopi terapeutici. Ad eseguirlo sono terapisti adeguatamente formati – fisioterapisti, osteopati, medici – che possono prendere parte a uno specifico corso di manipolazione vertebrale utile a migliorare la tecnica e innalzare il livello professionale.
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La terapia diretta, indiretta o semi indiretta e in che modo prepararsi
Questa terapia manuale dev’essere portata avanti seguendo sempre quelli che sono i fisiologici movimenti della colonna: estensione, flessione e rotazione. Dal momento che si tratta di un atto di tipo tridimensionale, la manipolazione vertebrale deve poter essere eseguita avendo a disposizione almeno tre direzioni libere: questo consentirà di eseguire i vari passaggi nel modo corretto.
Prima di procedere con la terapia, ad ogni modo, è sempre bene ricorrere allo specialista che sarà chiamato ad accertare la presenza di eventuali controindicazioni (non bisogna ad esempio procedere con la manipolazione con riferimento a segmenti vertebrali che siano stati stabilizzati in via chirurgica). Il paziente che si appresta a ricevere il trattamento, dal canto suo, non deve mostrare nessun segno né di stati d’ansia né tantomeno disturbi di tipo nevrotico.
L’ambiente in cui si porta avanti la terapia dovrà essere idoneo (studio professionale, lettino e adeguata strumentazione), inoltre qualsiasi atto di tipo manipolativo dovrà essere proporzionato all’intervento e alla patologia che si punta ad affrontare.
E’ possibile distinguere tra manipolazioni dirette, indirette o semi indirette. Le prime si eseguono facendo pressione direttamente sulle ossa vertebrali spinose o trasverse, le seconde ricorrono a bracci di leva naturali (spalle, testa, bacino), mentre nelle ultime l’operatore fa ricorso a un punto d’appoggio (oltre al braccio di leva).
Come viene messa in pratica la manipolazione vertebrale
L’elemento caratterizzante della tecnica di manipolazione vertebrale è senza dubbio lo ‘schiocco’ delle articolazioni interessate, immediatamente successivo all’esecuzione del movimento terapeutico. Il rumore – spesso temuto – compare in maniera del tutto spontanea direttamente dalle vertebre: lo stiramento relativo alle strutture anatomiche va a intervenire su quelle che sono le cause del dolore.
La decontrazione dei muscoli rappresenta un passaggio necessario per portare correttamente a termine il ripristino della mobilità della colonna. In genere il trattamento di manipolazione vertebrale richiede più sedute, anche se può capitare che la situazione vada a normalizzarsi già dopo la prima seduta. Questa tipologia di intervento terapeutico risulta particolarmente efficace per ciò che concerne i dolori benigni che abbiano origine vertebrale.
Sarà utile indicare nello specifico quali benefici si possono ottenere ricorrendo all’intervento del terapista: in primis la diminuzione del dolore, naturalmente, ma anche il rilascio delle spiacevoli tensioni muscolari che sempre si accumulano nella routine quotidiana. Mentre per quanto riguarda le controindicazioni, bisogna precisare come la manipolazione vertebrale sia da sconsigliare alle persone che soffrono di malattie reumatiche, infettive acute/croniche (tipo l’artrite) oppure abbiano subito distorsioni e fratture di recente.